Foto per gentile concessione dal sito www.sudtirol.com...
Riassumiamo in poche righe l’interessante conferenza proposta da due illustri soci del nostro comitato, il prof. Pietro Salvatore Reina e il dott. Achille Ragazzoni, attorno alla figura dell'agostiniano Gimbattista Cotta. Il nostro Autore, nato a Tenda (allora Stato sabaudo) nel 1668, a diciassette anni veste l'abito dell'Ordine eremitano di S. Agostino nel convento del SS. Crocifisso a Genova. Ordinato sacerdote (1691), completa gli studi filosofici e teologici nei collegi di Parma, Verona e Padova. Cotta è attraversato da un desiderio: vuole dedicare il proprio ingegno poetico all'esaltazione e alla celebrazione di Dio, unico soggetto degno di vera poesia, dunque comincia a comporre la sua opera più significativa che intitola Dio. Sonetti ed Inni, come già aveva fatto il De Lemene. A Roma conosce il letterato e giurista italiano Giovanni Vincenzo Gravina (uno dei fondatori dell'Accademia), il Guidi, il Menzini, il Crescimbeni, et alii che l'accolgono, nel 1699, nell'Accademia dell’Arcadia.
Stasera i due autori (Ragazzoni e Reina) anticiperanno un «ritratto di Cotta» indagato e studiato, in questi mesi, ed oramai di prossima pubblicazione. Un ritratto storico, quello di Ragazzoni, che si centra sulla storia periferica dello Stato sabaudo prendendo in esame i rapporti politico-culturali tra centro e periferia dello stato sabaudo ed uno letterario, a cura di Reina, che rintraccia nelle «rime spirituali» la presenza della trascendenza, dell’infinito, dell’altro e dell’oltre. Per Reina, studioso di letteratura (religiosa) e professore di religione, raccontare l’esperienza dell’interiorità di Giovambattista Cotta d’«impiegarsi in rime spirituali» è un’«occasione» per rilanciare l’«economia della poetica» d’un uomo degli ultimi decenni del Seicento.
Vi aspettiamo numerosi ...
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