Dante in arte

Il testo e l’immagine che seguono integrano e arricchiscono anche con notizie curiose la scheda che correda l’opera dallo stesso titolo esposta alla mostra “Dante in arte. Interpretazioni dantesche contemporanee: viaggio grafico nell’oltretomba” (Centro Trevi - TREVILAB, Bolzano, 30.09-28.10.2021). L'approfondimento è fruibile dalla mostra attraverso il codice QR.

Albrecht Dürer, Caino uccide Abele

VICO CALABRÒ
CAINO E LE SPINE

La luna, essendo molto vicina alla terra, si può osservare ad occhio nudo e non è difficile cogliere l’alternarsi sulla sua superficie di zone chiare e zone scure: le così dette macchie lunari. Quelle scure sono dette mari, sono piatte costituite da rocce basaltiche e da detriti rocciosi scuri, quelle chiare sono chiamate terre alte o altipiani. Queste ultime sono elevate di parecchio rispetto ai mari, di alcuni chilometri fino ad arrivare, in alcuni casi a rilievi alti anche 8000-9000 metri.
Dante attribuisce il fenomeno alla maggiore o minore densità della luna. Beatrice confuterà con le sue spiegazioni di natura teologica questa teoria errata. Dante riporta anche una leggenda secondo cui Caino, esiliato sulla Luna e costretto a caricarsi sulle spalle fasci di spine in eterno, genererebbe tali ombre con la sua figura.

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